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Niente tempo pieno perché mancano i docenti, mensa scolastica in ‘ritardo’ a Pomezia: disagi per famiglie e addette al servizio

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capelli, sassolini graffetta nel cibo dell'asilo

Il problema della mancanza dei Docenti all’inizio dell’anno scolastico non è certo una novità, anzi tutt’altro. Ogni anno, alla ripresa delle lezioni, servono infatti diversi giorni/settimane prima che tutte le cattedre vengano assegnate e i vari Istituti possano così partire a regime con gli orari definitivi. Quest’anno, peraltro il primo vero post-pandemia per la scuola, non ha fatto eccezione e ancora oggi tra Pomezia e Torvaianica sono diverse le scuole in cui ancora si procede con la giornata scolastica ridotta. Ma il problema, oltre che a causare disagi a studenti e famiglie, si riversa anche sul servizio di refezione scolastica. 

Refezione scolastica “in ritardo” a Pomezia a causa della mancanza di docenti per l’orario definitivo

Sì perché senza l’organico insegnanti al completo e con alcune cattedre tuttora vacanti, il cosiddetto tempo pieno, con annessa la mensa, non può partire. Ad oggi, 27 settembre, da quanto si apprende, soltanto le materne comunali hanno iniziato con l’orario prolungato e dunque con la refezione scolastica; lunedì prossimo, 3 ottobre, si aggiungerà il plesso della Trilussa ma per tutte le altre scuole presenti sul territorio servirà attendere almeno un’altra settimana, forse il 10 ottobre. Con tutte le conseguenze che questi slittamenti comportano. 

Il caso delle addette mensa

Contro questi ritardi, che chiaramente sono imputabili al macchinoso sistema burocratico di assegnazione delle cattedre, a protestare sono intanto le addette al servizio della mensa scolastica. “Anni fa la mensa partiva quasi subito mentre adesso è diventata una consuetudine far slittare tutto ad ottobre inoltrato, ci racconta una lavoratrice. Un problema non di poco conto considerando che per le addette al servizio mensa lo stipendio è sospeso durante l’estate: “Iniziando il 10 ottobre come sembra il primo stipendio utile arriverà per novembre e nemmeno per intero”, aggiunge un’altra lavoratrice. “Per una famiglia significa stare senza uno stipendio almeno 4 mesi dato che quando la scuola è chiusa a noi non ci paga nessuno”. 

Parla il Sindacato

A rincarare la dose ci pensa il Sindacato FLAICA con il portavoce Amedeo Rossi. “Non si capisce con quale logica ormai le addette al servizio di refezione scolastico siano rimaste le ‘parenti povere’ del personale scolastico: sono le uniche infatti a vedersi sospeso lo stipendio fin quando il servizio non riparte a differenza di tutte le altre figure presenti negli Istituti. Un diverso trattamento che non trova motivazione d’essere e che causa ogni anno gravi disagi alle famiglie delle lavoratrici”.

I disagi per le famiglie

Oltre a questo ci sono poi i disagi vissuti dalle famiglie, soprattutto quelle con entrambi i genitori che lavorano. “Se solo cominciasse la mensa o per lo meno uscissero più tardi sarebbe fantastico le 12.15 è un orario non accettabile per genitori che lavorano non si permette di fare neanche mezza giornata lavorativa“, scrive ad esempio una mamma. Ma è solo una delle tante rimostranze che, purtroppo, ogni anno si ripresentano puntuali. Senza però alcun provvedimento da parte degli Enti competenti per cercare di risolvere (alla radice) il problema.

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