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Operazione Scarface per il Clan di Silvio, confronto in aula tra accusa e difesa: chiesti 178 anni di carcere

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Tribunale di Roma

Ultimo atto per il processo che vede sul banco degli imputati gli appartenenti al clan Di Silvio, in merito al procedimento “Scarface”. Ieri si è infatti svolta, presso il Tribunale di Roma a Piazzale Clodio dinanzi al Giudice Angelo Giannetti l’ultima udienza dibattimentale. L’operazione della polizia è avvenuta nell’ottobre del 2021 a Latina, a seguito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, e ha portato a 33 arresti. L’accusa, a vario titolo, è di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa. Le indagini hanno preso spunto da alcune spedizioni punitive organizzate nel centro storico di Latina e da richieste estorsive rivolte a commercianti nella zona della movida. Ed erano state proprio le spedizioni punitive avevano messo in evidenza il tentativo di assumere il controllo del territorio da parte dei Di Silvio. Per gli imputati l’accusa a settembre ha chiesto in totale 178 anni di carcere

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L’udienza

L’udienza di ieri è stata convocata per le repliche da parte del Pubblico Ministero Luigia Spinelli. La Pm nella sua arringa ha voluto argomentare le tesi dell’accusa rispetto alle posizioni nette che hanno portato i difensori degli imputati durante le precedenti udienze. A controreplicare alle tesi del Pm tutto il collegio difensivo, composto da Alessandro Paletta, Antonino Castorina, Alessia Vita, Sandro Marcheselli, Oreste Palmieri, Luca Melegari, Alessandro Farau, Maurizio Forte, Leonardo Palombi e Giancarlo Vitelli. Gli avvocati all’unisono sono stati netti nel disarticolare l’impalcatura dell’accusa relativa all’associazione mafiosa e in generale alle singole e differenti condotte degli imputati rispetto a quella che è stata l’ordinanza che ha portato alle varie misure
cautelari.
L’udienza è stata rinviata al 25 gennaio, dove salvo colpi di scena si dovrà concludere il primo grado del procedimento.

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