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Roma e il caro vita: 200 euro in più al mese per le famiglie, la classifica

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Carrello della spesa, raccolta alimentare per l'Emilia Romagna

I rincari che nel corso degli ultimi mesi hanno caratterizzato una vasta gamma di prodotti, a partire dai carburanti fino ad arrivare alle materie prime, fanno sentire le proprie conseguenze sul portafoglio di moltissimi cittadini che si vedono pertanto costretti a modificare le proprie abitudini, sotto il segno di un’austerity di storica e quanto mai attuale memoria. Interessante in merito di rincari ed inflazione, la classifica stilata dal Codacons delle città italiane che presentano il maggior livello di inflazione. Stando ai dati Istat elaborati dall’associazione, al netto dei rincari e degli aumenti che stanno caratterizzando la vita dei romani (ma non solo), nella classifica la Capitale per il mese di  dicembre si posiziona al di sotto della media nazionale, con un tasso di inflazione al 10,3%.  Nello stesso mese la media nazionale è stata invece pari a +11.6% su base annua. 

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Roma, il caro vita e la classifica del Codacons 

Come dicevamo, l’interessante classifica è stata elaborata dall’Associazione dei consumatori sulla base dei dati raccolti dall’Istat. L’elenco mostra le  città italiane dove il livello di inflazione è maggiore. Nella classifica la Capitale occupa la parte bassa,  il tasso di crescita dei prezzi è di poco superiore al 10% e c’è la presenza di una maggiore spesa annua per famiglia che si attesta attorno ai 2.412 euro, ovvero circa 200 euro in più al mese. Dopo Roma troviamo Trieste, Catanzaro, Ancora, Potenza e Aosta. Ecco, invece, le città che campeggiano ai primi posti della classifica: Catania, Palermo e Messina. 

Le parole del presidente dell’Associazione  

Significative le parole del presidente dell’Associazione Carlo Rienzi: ‘Anche se inferiore alla media, la forte crescita dei listini al dettaglio registrata a Roma determina effetti negativi diretti sulle tasche delle famiglie residenti, sui consumi e sull’economia del territorio. I prezzi al dettaglio sono purtroppo destinati a crescere come effetto del rialzo dei carburati scattato a gennaio: il rischio concreto, quindi, è un’ulteriore fiammata dell’inflazione cui farà da contraltare una riduzione della spesa da parte dei romani, con conseguenze negative per il commercio e le imprese locali’. 

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