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Istat, l’inflazione ‘costerà’ alle famiglie più di 3.000 euro nel 2022

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Inflazione 2022, preoccupano gli ultimi dati Istat. A lanciare l’allarme è il Codacons che, commentando le rilevazioni relative a luglio, chiede al Governo interventi urgenti per contrastare il caro vita. Qualcosa, ad onor del vero, si è mosso con il Decreto Aiuti Bis con un pacchetto di interventi ad ampio spettro che, si spera, andranno ad incidere su bollette e carburanti. Al momento però il quadro complessivo non è certo dei più rosei.

Dati Istat inflazione luglio 2022

Ma di quali numeri parliamo? A fornire una stima degli aumenti con i quali si confronteranno gli italiani è per l’appunto il Codacons che parla di spesa che supererà, a parità di consumi, oltre i 3.000 euro per un nucleo con due figli.

Spiega l’Associazione dei consumatori:

“L’inflazione ancora elevatissima e pari al 7,9% a luglio è una tragedia per i consumatori e avrà effetti pesantissimi sull’economia nazionale. Il tasso di inflazione al 7,9% si traduce a parità di consumi in una maggiore spesa pari a +2.427 euro annui per la famiglia “tipo”, che raggiungono +3.152 euro annui per un nucleo con due figli, considerata la totalità dei consumi di una famiglia”

Leggi qui il report Istat di luglio 2022 sull’inflazione

Le stime del Codacons

Considerato l’andamento complessivo dell’inflazione nel nostro paese questo significa che, a parità di consumi, gli italiani subiscono nel corso dell’anno un aggravio di spesa pari a complessivi +53,5 miliardi di euro per l’acquisto di beni e servizi rispetto al 2021, di cui 10,9 miliardi di euro solo per la spesa alimentare a causa proprio dell’aumento di prezzi e tariffe.

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Conclude il Presidente Carlo Rienzi

“Siamo in presenza di una vera e propria emergenza nazionale che avrà effetti pesanti sull’economia e sulle condizioni economiche delle famiglie È necessario intervenire con urgenza tagliando subito l’Iva sui beni di prima necessità come gli alimentari, i cui prezzi hanno subito a luglio un rincaro record del +10% su base annua, in modo da consentire una riduzione immediata dei listini al dettaglio e permettere alle famiglie di mettere il cibo in tavola senza subire un salasso”

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