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A scuola bambini costretti a cantare l’inno della Roma, i genitori: ”Mio figlio della Lazio piangeva”

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Scuola, bambini costretti a cantare inno Roma

Roma. Il fatto eclatante è accaduto al plesso Caterina Usai, la primaria dell’istituto comprensivo Via Savinio 43, in zona Talenti. Le parole di Venditti risuonavano come frecce, nel cuore dei tifosi laziali, o meglio delle famiglie laziali dei bimbi costretti ad intonare l’inno della Roma.

Inno della Roma a scuola

Dunque: “Roma, Roma, Roma… core de ‘sta città, unico grande amore”, bambini che cantano quell’inno senza nessun tipo di discriminazione calcistica, come un canto che mette a tacere l’amore segreto per la propria squadra. Di questo, tra l’altro, c’è anche un video, divenuto virale proprio attraverso i social, come racconta anche Repubblica.

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Celebrare la vittoria di Conference League

Qui si vedono gli alunni della II B che intonano a squarciagola la famosa canzone di Antonello Venditti, in occasione della vittoria della Roma contro il Feyenoord in finale di Conference League. Uno di loro, inoltre, porta indossa anche la divisa ufficiale della squadra giallorossa. La maggior parte di loro, come in un gioco, canta, qualche altro però rimane in disparte, altri ancora in silenzio. 

Non tutti romanisti..

Va da sé che non tutta la scolaresca appartiene alla stessa fede calcistica, molti di quei bambini hanno famiglie con altre preferenze, motivo per cui, forse, non conoscevano neppure la canzone intonata in classe. Ma, come se non bastasse, la docente aveva deciso anche di proiettare le parole della canzone sulla lavagna elettronica, proprio per incitare tutti quanti a cantare. 

La reazione dei genitori

Tutto questo non ha mancato di far infuriare alcuni genitori, i quali hanno subito affermato: “i cori da stadio devono rimanere fuori dalle aule scolastiche”. E, soprattutto, poi ci sarebbe da capire se il karaoke è stato avviato o meno durante la preziosa ora di lezioni, in cui la didattica non dovrebbe avere rivali. 

Bambini scoppiano a piagere

Sempre da Repubblica, apprendiamo che uno dei bambini, durante la ”cerimonia” sarebbe scoppiato anche a piangere ed avrebbe chiesto alla propria famiglia di andarlo a prendere per portarlo a casa. Per chi è di fede laziale, certo, un inno del genere deve avere lo stesso effetto della Kryptonite.  

La giustificazione della docente

La docente, interrogata sull’accaduto, si è giustificata affermando di aver “messo l’inno della Roma in maniera scherzosa, perché dei bambini erano andati a scuola con la maglia della squadra”. Parlando alla radio, aimicrofoni di ‘Radiosei’ ha dichiarato che:

Il bambino piangeva perché aveva mal di testa, non perché ha dovuto cantare l’inno. Che ho messo per gioco, perché altri bambini erano venuti a scuola con la maglietta della Roma. È vero, io sono tifosa della squadra giallorossa, ma non accanita e ho anche la famiglia divisa. La mia è stata un’idea innocua e non premeditata, ma posso capire che qualcuno si sia offeso. Per par condicio quindi a breve farò ascoltare anche l’inno della Lazio“.

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