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Violenza sessuale al circolo velico, lo choc del papà dell’allenatore: ‘L’ho saputo dai giornali’

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Una ragazzina allieva di un circolo velico di Anzio denuncia uno stupro da parte del suo istruttore, figlio di un dirigente fiv.

Era la notte tra venerdì e sabato scorso. Un ragazzo si sveglia, rintontito, e mentre chiede dove sia il bagno l’amica gli sussurra all’orecchio: “Sono stata violentata“. Parte da qui la storia della quindicenne aiuto istruttrice e allieva di un notissimo circolo velico di Anzio. Erano in tre, lei, l’amico coetaneo e l’istruttore 23enne figlio del numero due della Fiv, la Federazione Italiana Vela, presso la seconda casa della sua famiglia a Lavinio. L’istruttore prepara tre drink e il coetaneo della quindicenne si addormenta. Loro due no. Quello che ci poteva essere nel bicchiere del giovane non è dato saperlo. Come non è dato sapere cosa è successo in quelle ore tra la quindicenne allieva e il suo istruttore. Che peraltro non potevano nemmeno essere lì. Infatti il figlio del vicepresidente Fiv sapeva che il regolamento della foresteria del circolo velico della cittadina portuale proibisce le uscite notturne degli allievi.

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Sospensione cautelativa per il 23enne

Arriva la denuncia della ragazza e il circolo piomba nello sgomento. Le chat degli iscritti impazziscono e l’amministrazione è costretta ad un comunicato indirizzato ai soci in cui si invita alla calma. I carabinieri bussano alla porta; con tutta probabilità per notificare la querela. Allora il giovane istruttore, descritto come un atleta importante, uno studente universitario modello e figura di spessore del mondo del canottaggio viene sospeso dalle attività. “Il presunto episodio sarebbe successo fuori dalla nostra struttura“, prova a difendersi l’associazione. Ma l’accusa è pesante e potrebbe creare un vero terremoto in tutto il mondo del canottaggio a livello nazionale. Ne è consapevole il padre del ragazzo, anche lui vulnerabile allo choc che ha suscitato a notizia. Non sappiamo se c’è da credergli ma dice di aver appreso la notizia dai giornali. E che il figlio, maggiorenne, eventualmente si dovrà assumere le sue responsabilità. Non dichiara altro, se non di aver nominato un avvocato al fine di comprendere meglio i fatti.

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La famiglia della ragazzina sceglie il silenzio

Anche la giovanissima è figlia di una facoltosa famiglia romana, residente in uno dei quartieri più esclusivi. Il padre, psicologo, sceglie il silenzio e scaccia i cronisti. Ma la ragazza è chiara; sarebbe stata violentata in quella notte, e solo al risveglio dell’amico è riuscita ad andare via dalla casa di Lavinio. Il suo racconto è al vaglio dei magistrati che coordinano le indagini dei carabinieri della stazione Salario.

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