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Bonus Ristorazione collettiva: importi, requisiti, come chiedere i contributi

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Bonus ristorazione collettiva

Bonus Ristorazione. Sono davvero tanti i bonus che il Governo si sta impegnano a mettere in atto durante questo esasperante periodo di crisi, che colpisce la gran parte delle categorie sociali italiane. I poveri diventano sempre più poveri a causa dell’inflazione, dell’aumento dei prezzi e della guerra in Ucraina, che non manca di gettare i propri effetti anche su di noi.

La grande crisi in Italia

La crisi energetica di questi mesi è l’ennesima sfida che si prepara ad affrontare questo Governo. Tra i diversi bonus previsti, ci sarà anche una serie di nuovi contributi a fondo perduto per la ristorazione collettiva, con la possibilità per le attività di ottenere fino a 10.000 euro.

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Il Bonus ristorazione collettiva: cos’è e come fare domanda

Le domande per accedere all’agevolazione di cui sopra, potranno essere inviate entro la scadenza del 20 giugno 2022. Mentre, il modello da compilare e le istruzioni comunicate nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 3 maggio 2022. Ma vediamo di scendere un po’ di più ne dettaglio. 

I nuovi contributi e le nuove agevolazioni previste sono indirizzati alla ristorazione collettiva, cioè alle imprese che svolgono servizi di ristorazione definiti da un contratto con un committente, pubblico o privato, per la ristorazione non occasionale. Per farla semplice, con ristorazione collettiva intendiamo: le mense di scuole, uffici, università, strutture sanitarie o detentive. 

Requisiti per poter accedere al bonus

Per poter accedere al bonus ed usufruire dell’agevolazione, le imprese di riferimento devono presentare i seguenti requisiti:

  • ovviamente un’attività individuata dal codice ATECO 56.29.10 (“Mense”) o 56.29.20 (“Catering continuativo su base contrattuale”), come abbiamo già in parte annuncia. E quindi rientrare nella categoria di riferimento;
  • aver subito nel 2020 una riduzione del fatturato complessivo, ma non inferiore al 15% rispetto all’anno 2019;
  • risultare regolarmente costituite, iscritte e attive nel Registro delle imprese come normalmente dovrebbe essere;
  • avere sede legale o operativa ubicata sul territorio nazionale italiano e non all’estero;
  • il soggetto economico, infine, deve poi presentare un ammontare dei ricavi nell’anno 2019 generato per almeno il 50% dai corrispettivi che procedono da contratti di ristorazione collettiva.

Cosa succede per le imprese costituite nel 2019

Per le imprese nuove, che si sono costituite nel corso del 2019, invece, la determinazione del calo del fatturato (requisito del bonus) viene calcolata in base ai valori degli imponibili delle fatture emesse e dei corrispettivi certificati nei periodi infrannuali di riferimento. Dunque, un ulteriore incentivo per poter superare non solo la pandemia, ma tutte le sfide che la contemporaneità continua a porci dinanzi. 

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