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Perché la Vigilia di Natale non si può mangiare carne? Le origini

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Come mai non si mangia carne la vigilia di Natale?

Si sa, il Natale è una festa ricca di tradizione e molto spesso, i menù delle feste si tramandano di famiglia in famiglia. Una cosa è tuttavia certa la sera della Vigilia non si mangia carne. Tutti conosciamo questa regola ma forse in pochi si sono interrogati circa le sue origini. Il precetto che vede il 24 dicembre uno dei cosiddetti ‘giorni di magro’ è di matrice cattolica ma ormai è superato da tempo. Cerchiamo ora di comprendere qualcosa in più. 

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Niente carne la Vigilia di Natale, il precetto 

In generale, per i cristiani rinunciare al cibo è una pratica che storicamente rientra nella più ampia gamma di comportamenti virtuosi da seguire per ottenere il perdono dei peccati. Le due forme di penitenza, ovvero il digiuno e l’astinenza dalle carni è un passaggio contenuto nel Vangelo di Matteo. In particolare, è bene precisare che l’astinenza prevede il divieto di magiare carne per tutto il giorno ammettendo però il consumo di altri alimenti come uova, latte e pesce; il digiuno riguarda invece l’obbligo più generico di mangiare solamente una volta nella giornata ma con l’eventuale possibilità di fare dei piccoli spuntini al mattino e alla sera. Ne è un esempio questo avviene durante il mercoledì delle ceneri. 

Il cambiamento della norma 

Nel codice del diritto canonico del 1917 veniva prescritto che l’astinenza venisse osservata tutti i venerdì dell’anno ed in concomitanza con il digiuno anche nelle feste di Pentecoste, dell’Assunzione di Maria Vergine, di Ognissanti e, per l’appunto, di Natale. Ma nel 1966 la costituzione apostolica “Paenitenimi” portò una serie di cambiamenti, edulcorando alcune restrizioni. Ad esempio, il precetto del digiuno fu limitato al Mercoledì delle Ceneri e al Venerdì Santo mentre l’astinenza dalle carni rimase legata la venerdì, fatta eccezione per le feste di precetto che cadono proprio in questo giorno. Ma c’è di più. Il documento concesse poi alle singole conferenze episcopali la facoltà di decidere se abolire del tutto l’astinenza. 

 

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