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Mariano Amici, il Tar del Lazio ha confermato la sospensione del medico “no-vax” di Ardea

Pubblicato il
Mariano Amici a Latina 27 novembre 2021

Ancora al centro dell’attenzione e sotto i riflettori Mariano Amici, il medico di base di Ardea noto per le sue posizioni contro il vaccino anti Covid (e non solo). Dopo aver perso il primo ricorso al Tar, ora per il dottore arriva l’ennesima doccia fredda perché i giudici amministrativi hanno confermato la sua sospensione. Questo vuol dire che, almeno per il momento,  resterà senza lavoro e senza stipendio. 

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Mariano Amici, il medico di Ardea senza lavoro e senza stipendio

Lo scorso settembre Mariano Amici era stato sospeso e a confermarlo era stato proprio il Responsabile alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato: Mariano Amici è stato sospeso perché nonostante i ripetuti solleciti, non ha voluto sottoporsi alla vaccinazione, contravvenendo all’articolo 4 del DL 44/2021″.

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 Poi il ricorso al Tar, la battaglia persa e ora l’ennesima conferma di quel provvedimento nonostante il medico abbia provato a giustificarsi, a dire che farebbe parte di quelle categorie esenti dal vaccino. Certificazioni, però, non risultate idonee e per Amici, dottore rutulo molto seguito (anche) sui social per le sue prese di posizione controverse e per le sue battaglie contro il modo in cui viene somministrato il vaccino (pur non definendosi mai no vax), ora arriva la conferma dal Tar del Lazio. 

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Mariano Amici resta ‘sospeso’: novità sul medico di Ardea

“Il Tar del Lazio con la sentenza odierna, in sede di discussione collegiale e entrando nel merito, ha confermato la legittimità del provvedimento assunto dall’Azienda sanitaria locale nei confronti del medico sospeso dall’attività e senza stipendio – si legge in una nota della Direzione della Asl Roma 6 – I giudici amministrativi hanno messo in evidenza che l’interessato non produce la documentazione in merito alla propria condizione clinica e ‘neppure comprova la possibile sussistenza di una causa di esonero vaccinale”. Il dottore, ora, potrà appellarsi al Consiglio di Stato. 

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