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Infiltrazioni mafiose a Nettuno, il Ministro: ‘Politici corrotti’

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'Ndrangheta Anzio e Nettuno

“Un vero e proprio supporto elettorale da parte delle consorterie criminali” alla compagine elettorale del sindaco di Nettuno, in occasione dell’ultima tornata. E l’indagine ispettiva ha evidenziato una certa continuità con la consiliatura sciolta – sempre per infiltrazioni mafiose – nel 2005. La relazione fatta dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulle motivazioni di richiesta di scioglimento del Consiglio comunale di Nettuno è chiarissima. Infiltrazioni mafiose nell’attività amministrativa, in cambio dei voti dati in occasione delle elezioni de 2019. Stretti rapporti tra alcuni politici ed esponenti della criminalità organizzata.

In particolare, viene anche evidenziato che un consigliere non solo frequenta ambienti malavitosi, ma addirittura è stato il rappresentante legale di una società nel cui assetto compare un soggetto di particolare spicco criminale. Piantedosi, come nella relazione per il Comune di Anzio, non fa i nomi, ma anche in questo caso è facilmente intuibile a chi si riferisce. Aiutati dalla criminalità locale per essere eletti, anche quando figurano come i primi dei non eletti, grazie alla nomina ad Assessore di un membro del Consiglio comunale.

Non solo i politici: anche i dipendenti

Nella relazione il Ministro riporta di un dipendente comunale. Risulta accertata la sua responsabilità contabile, insieme a quella del sindaco, riguardo la manipolazione del rendiconto, con condanna a risarcire il Comune. Poi, nel 2020, viene deferito a causa di una determina viziata dal conflitto di interessi, con la quale “incamerava indebitamente l’importo di 35 mila euro a titolo di spese legali mai sostenute“, poi restituite all’Ente dopo l’avvio dell’indagine. Ma ci sono altre irregolarità da lui commesse, come la comunicazione dei dati della popolazione di Nettuno. Ha infatti fornito un dato superiore a quello reale per consentire l’adeguamento delle indennità di carica agli amministratori, poi revocati in autotutela per evitare il danno erariale.

“Ti lavoro gratis…”

La relazione si sofferma sulla vicenda che ha interessato un consigliere comunale, parente stretto di un ex amministratore di quando l’Amministrazione Comunale di Nettuno fu sciolta sempre per infiltrazioni mafiose, nel 2005. A questo personaggio il sindaco, nel 2021, ha conferito un incarico a titolo gratuito in materia di demanio e attività produttive. Ma perché lavorare gratis dopo 16 anni per il Comune dal quale si era usciti con l’ombra inquietante del commissariamento per mafia? La commissione antimafia ha rilevato che questa persona, attraverso l’incarico datogli dal sindaco, “si è adoperato per l’affidamento di un’attività commerciale a una ditta di cui è socio proprio il consigliere comunale suo stretto congiunto“.

L’affidamento degli appalti

Le mafie locali, per non destare sospetti nell’aggiudicarsi gli appalti, avevano bisogno di società “pulite” per l’acquisizione delle commesse pubbliche. E’ quindi stato individuato un noto imprenditore: la commissione evidenzia il suo rapporto con la criminalità locale. A fare da punto di “snodo” è un dipendente comunale che tra l’altro si interessa per far sbloccare i pagamenti. E così si ottengono appalti per un parcheggio, per manutenzioni stradali e numerosi lavori ottenuti in subappalto.  

Dalle spiagge all’urbanistica, fino alle assunzioni

Anche a Nettuno, come ad Anzio, sono state rilevate irregolarità nelle concessioni delle spiagge libere, sia negli adempimenti di gara, sia nell’individuazione dei soggetti concessionari, molti legati alle consorterie criminali. Ma anche la procedura negoziata di accesso alle spiagge, finanziata dalla regione Lazio, presentava anomalie e irregolarità.

Ma l’attenzione della Commissione è andata anche ai Piani di riqualificazione urbana, che consentono di cambiare la destinazione d’uso delle aree agricole, permettendo l’urbanizzazione. “Casualmente”, negli elenchi dei proprietari dei fondi risultavano nominativi riferibili – direttamente o indirettamente – ai clan mafiosi. Per non parlare poi delle assunzioni di personale in una società in house del Comune quando non ce n’era assolutamente bisogno. Personaggi – tutt’ora in servizio – stretti congiunti di un funzionario comunale, con pregiudizi penali o aventi rapporti di frequentazioni con appartenenti alla malavita locale.

Niente tasse per i mafiosi

E per concludere, irregolarità sono state riscontrate anche nella riscossione dei tributi. A fronte di accertamenti di 4,3 milioni di euro di IMU/TARI/TARSI, la riscossione ammonta a poco più di 843 mila euro. I controlli a campione sugli immobili non censiti ha fatto scoprire che sono intestati “a soggetti gravati da precedenti di polizia in materia di associazione a delinquere“.

A fronte di tutto questo, Piantedosi rileva “una serie di condizionamenti nell’amministrazione comunale di Nettuno volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilità dell’istituzione locale, nonché il pregiudizio degli interessi della collettività, rendendo necessario l’intervento dello Stato per assicurare la legalità“.

Infiltrazioni mafiose ad Anzio, la relazione del Ministro: ‘Collegamenti tra politici e criminalità’

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