Roma, piatto e doccia fredda per il proprietario di un noto ristorante della Capitale: l’uomo, accusato di molestie, rischia il processo.
Roma, le ordinazioni della discordia. Il noto ristorante della Capitale, situato a Trastevere e diventato ormai luogo cult per romani e turisti, è celebre per l’atmosfera gioviale e scanzonata che si respira tra i tavoli. Video social e recensioni positive hanno sempre accompagnato la nota catena di locali che rende i consumatori della Città Eterna incuriositi e soddisfatti, i fasti della struttura però sono messi in ombra da una vicenda che sembra essere sconvolgente. Tutto comincia due anni fa: il 19 giugno del 2021, quando l’estate romana si apprestava a cominciare, una cameriera fa i conti con le (presunte) molestie del proprietario.
Resta il condizionale perchè il processo deve ancora svolgersi, ma l’iter giudiziario è partito. Così come la denuncia della donna che, racconta ai carabinieri, si è trovata di fronte al fatto compiuto: prendeva le ordinazioni, quando si è sentita palpeggiare. Era il proprietario del locale, secondo la ricostruzione della giovane. Lei è rimasta di sasso: “Aveva anche un’aria compiaciuta”, racconta la donna, che tre giorni dopo l’accaduto ha rassegnato le proprie dimissioni: le colleghe, insospettite dal gesto, hanno chiesto spiegazioni.
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Roma, molestie al ristorante: proprietario del ristorante nella bufera
La vicenda ha turbato il resto dello staff, al punto da dare vita a un flashmob di protesta. Successivamente, stando al racconto della donna, il proprietario del ristorante sarebbe anche passato alle mani con aggressioni e intimidazioni in piena regola. La macchina giudiziaria si è messa in moto tra la soddisfazione dei dipendenti e la curiosità di capire davvero la dinamica dei fatti. La catena di ristoranti, nel frattempo, continua il proprio lavoro ma questa vicenda ha raffreddato di molto i toni all’interno dei locali: attesa e circospezione.
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L’ex cameriera del ristorante precisa: “Bisogna fare così se si vuole debellare un determinato atteggiamento maschile. L’omertà non paga, è importante denunciare al momento opportuno. Senza paura”. La giovane, al momento delle dimissioni, ha lasciato un lavoro con contratto di tre anni part-time. Sacrifici che comunque non le hanno impedito di fare un passo importante. In attesa di capire la posizione del giudice prossimo all’udienza preliminare.