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Chi saranno i Presidenti di Camera e Senato? Come vengono eletti e i possibili nomi

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Chi sono i nuovi capigruppo di Camera e Senato: i nomi e il loro ruolo

Ormai è questione di settimane. Il nuovo Parlamento è a un passo dalla definitiva formazione della sua fisionomia definitiva per questo nuovo mandato. Tutto questo, a poco meno di 20 giorni dalle fatidiche ultime elezioni. La vittoria, ormai ne sono tutti consapevoli, è andata al centrodestra, la coalizione che occuperà la maggior parte delle sedute di Montecitorio e di Palazzo Madama e che, di conseguenza, potrà eleggere i relativi presidenti della camere.

Cariche non da poco, infatti, ricordiamolo, si tratta rispettivamente di seconda e terza carica dello Stato. Lasceranno i loro ruoli, dunque, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Realisticamente parlando saranno di centrodestra i loro successori. 

La trattativa interna al centrodestra

Nel dettaglio, un deputato ed un senatore di Lega e Forza Italia. Pare molto probabile che Fratelli d’Italia possa lasciare ai due partiti di coalizione le presidenze di Montecitorio e Palazzo Madama. Ma tutto, ovviamente, dipenderà dalla trattativa interna che i tre leader vorranno intavolare; una trattativa che continuano a portare avanti da giorni a quanto pare.

E si capisce anche chiaramente il perché. Di fatto è una partita che non riguarda solamente le presidenze delle Camere, ma anche il futuro governo: tutto, dai ministeri da assegnare fino ai sottosegretari. Ma come si eleggono i presidenti delle Camere?

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Come si eleggono i presidenti di Camera e Senato: la procedura

Il primo adempimento del nuovo Parlamento, dunque, sarà proprio quello di eleggere i presidenti di Camera e Senato durante la sua prima seduta. Per questo, si inizierà subito con i labori. Di solito, la fumata bianca arriva dapprima da Palazzo Madama, mentre per Montecitorio ci vorrà qualche giorno in più. 

Elezioni nel Senato

La ragione è presto detta: nel Senato il presidente viene eletto a maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea durante i primi due scrutini. Successivamente si passa alla maggioranza relativa, in base ai presenti in Aula. Se non viene eletto il presidente in questo modo lineare, allora si fa il ballottaggio tra i due con maggior numero di voti all’ultimo scrutinio.

Elezioni alla Camera

Per quanto riguarda la Camera, invece, è necessaria la maggioranza dei due terzi per i primi tre scrutini, e solo successivamente si passerà a quella assoluta (201 voti). Poi, nei giorni che seguiranno, dovranno essere eletti i capigruppo che parteciperanno alle consultazioni con il Presidente della Repubblica. Solo a seguito dell’incontro, Mattarella darà l’incarico – con ogni probabilità a Giorgia Meloni – per formare un nuovo governo.

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