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Incendio Centocelle, demolitore non bonifica l’area: sequestrata

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autodemolitori via Palmiro Togliatti
Avrebbe dovuto – come stabilito dall’ordinanza emessa dal sindaco Roberto Gualtieri tre giorni dopo il devastante incendio a Centocelle, scoppiato il 9 luglio scorso – bonificare l’area colpita dal rogo. Ma lui, un autodemolitore di via Palmiro Togliatti, ha preferito disattendere quanto prescritto nel documento, lasciando nel terreno di sua proprietà le carcasse e i detriti bruciati.

I controlli

Ma ieri gli agenti del VI Gruppo Torri della Polizia di Roma Capitale, nel corso di un controllo finalizzato proprio a verificare le bonifiche delle aree incendiate, si sono accorti della totale inadempienza dell’uomo. E hanno posto sotto sequestro il terreno. Il proprietario non aveva eseguito i lavori, in violazione di quanto stabilito dall’ordinanza di sgombero dei materiali e di bonifica degli impianti coinvolti nell’incendio. A causa delle irregolarità riscontrate,  il sito  è stato posto sotto sequestro e il proprietario diffidato a svolgere i lavori previsti nel più breve tempo possibile.

Il devastante incendio del 9 luglio

L’incendio era scoppiato intorno alle ore 17 del 9 luglio. Un’enorme colonna di fumo nero si era levata da via Palmiro Togliatti, in zona Centocelle, sovrastando le abitazioni. Il fumo, denso e maleodorante, era visibile in quasi tutta Roma. Addirittura anche dal Colosseo, dove quel giorno era in corso una manifestazione, è stata fotografata la colonna di fumo. Ad andare a fuoco migliaia di carcasse di auto, stipate negli autodemolitori della zona. Il sospetto che si trattasse di un incendio doloso è stato quello che sin dall’inizio è serpeggiato tra gli inquirenti, tanto che anche il sindaco, all’epoca, aveva dichiarato di essere sicuro che ci fosse dietro la mano dell’uomo.

A causa del rogo per interi giorni i valori di diossina nel quadrante furono altissimi e i cittadini furono costretti, malgrado le altissime temperature estive, a restare con le finestre chiuse. Contemporaneamente all’ordinanza del sindaco, ci fu anche la protesta degli autodemolitori, che scesero in strada in segno di dissenso e per paura che i loro impianti venissero spostati.

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