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‘Invece di chiudere le scuole il sabato, chiudete i negozi la domenica’: la contro proposta degli studenti

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Scuola. Le crisi nell’aria sono tante, ma ce n’è una in particolare che è dura a morire in Italia, e che sembra peggiorare di anno in anno: quella che coinvolge la scuola, la cultura e la dispersione degli studenti, un settore che, insieme alla sanità, ha sempre rappresentato un fanalino di coda per i governi.

La protesta di studenti e professori

Ed ora, che di crisi ne abbiamo in quantità, se ne continuano ad apprezzare i risultati. Ancora una volta, tutte le altre crisi hanno la preminenza, e la scuola deve subire. Per fortuna, però, lo spirito critico non abbandona i più giovani, pronti a protestare contro la nuova trovata delle istituzioni.

La crisi e l’ipotesi di soluzione

Per affrontare la recente crisi energetica, infatti, l’ennesima trovata è la probabile scelta di chiudere le scuole il sabato per risparmiare sul riscaldamento. Un’ipotesi che certamente non piace ai docenti, e soprattutto agli studenti, che chiedono misure diverse, come quella di tenere le scuole aperte e chiudere i centri commerciali la domenica. Insomma frenare leggermente il Capitale per risparmiare l’ennesimo taglio ai nostri studenti. 

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Sull’argomento, in realtà, sono molti gli scettici, preoccupati soprattutto per la preparazione dei più giovani e del loro futuro. Come scrive ad esempio un utente di Informazionescuola.it: “Comunque per alcune scuole, optare per la settimana corta significa fare rientri pomeridiani. Gli istituti tecnici e professionali hanno ore in più per i laboratori… quindi non vedo tutto questo risparmio.”

I commenti sul web

Un altro, invece: “Con qualche sacrificio da parte delle amministrazioni si può riprogrammare il tutto e sarà la volta buona che in tutta Italia le scuole adotteranno il medesimo orario con conseguente parità per tutti gli alunni. Questo il mio modesto parere”.

C’è chi, invece, provocando chiede: ”Per risparmiare molto, ma molto, spegnete tutto al Parlamento, al Senato e in tutti gli inutilissimi uffici dove si sta in maniche corte e finestre spalancate!!! I politici e il loro entourage mettano cappotti, piumini, sciarpe e guanti!! I bambini hanno già dato con finestre aperte e cappotti per due anni!”

Futuro a rischio

Insomma, il rischio è che ancora una volta, come dicevamo, a subire sia la scuola e i più giovani. Coloro che già sono fortemente minacciati dai cambiamenti climatici, ora potrebbero vedersi decurtare anche la possibilità di continuare ad affinare la loro preparazione e il loro giudizio critico per affrontare le non poche sfide che li attendono in futuro. 

 
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