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Virginia Raggi definita “patata bollente” su Libero: arriva la condanna

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Virginia Raggi e la condanna per il quotidiano Libero

La prima pagina del quotidiano Libero del 10 febbraio 2017 non passò inosservata. Sopra la foto dell’allora sindaca di Roma, Virginia Raggi, campeggiava a caratteri cubitali la scritta “Patata bollente”. Un riferimento alla situazione di forte difficoltà in cui si trovava la prima cittadina capitolina, alle prese con le polemiche sulle nomine e le inchieste giudiziarie che coinvolgevano alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle. Una metafora che però fu giudicata offensiva e sessista da molti, a partire dalla stessa Raggi, che decise di querelare il giornale per diffamazione a mezzo stampa.

Raggi e la “patata bollente”: la condanna in appello per Feltri e Senaldi

Dopo una sentenza di primo grado che aveva condannato l’editorialista Vittorio Feltri e il direttore responsabile Pietro Senaldi a una multa di 11mila euro e 5mila euro rispettivamente, la Corte d’Appello di Catania ha confermato la sanzione ai due giornalisti. Inoltre, ha riconosciuto il diritto al risarcimento danni da parte della Raggi, da definire in sede civile, e ha revocato la sospensione della pena a Senaldi. I difensori di Feltri e Senaldi hanno sempre sostenuto che il titolo fosse una “metafora” innocua e non volgare, ma i giudici non hanno accolto le loro tesi.

Le reazioni

La notizia della condanna ha suscitato diverse reazioni nel mondo politico e giornalistico. La Raggi ha espresso soddisfazione per il verdetto, definendolo che avrebbe definito come un segnale importante per tutte le donne. Avrebbe inoltre aggiunto che donerà il risarcimento danni a una associazione che si occupa di violenza di genere. Feltri avrebbe commentato conn ironia mentre Senaldi ha annunciato che ricorrerà in Cassazione, ribadendo sul fatto che il titolo era una battuta e non un insulto. Altri esponenti del Movimento 5 Stelle hanno espresso solidarietà alla Raggi, mentre alcuni esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia hanno criticato la sentenza, accusando la magistratura di essere faziosa e di limitare la libertà di stampa.

Da sindaca a consigliera, tra silenzi e polemiche

Dove è finita Virginia Raggi? Molti si pongono questa domanda, vedendo che l’ex sindaca di Roma è quasi scomparsa dai social. L’ultimo post su Instagram risale a ottobre scorso. Forse la Raggi ha voluto prendersi una pausa dopo la sua sconfitta alle elezioni del 2021, quando non è riuscita a riconfermarsi alla guida della Capitale. Un fallimento che ha deluso molti elettori del Movimento 5 Stelle, che nel 2016 l’avevano scelta come prima donna e più giovane sindaco di Roma. Una delusione che era già iniziata nel 2020, quando la Raggi aveva cambiato idea sulla sua ricandidatura, contravvenendo alle regole interne del Movimento.

Una decisione che le era costata le critiche di molti esponenti pentastellati e dei suoi avversari politici. Ma anche di tanti cittadini romani, che non avevano apprezzato alcune scelte amministrative della Raggi nel corso del suo mandato. Così, alle urne, la Raggi ha raccolto solo il 19% dei voti, appoggiata da cinque liste, e non è andata al ballottaggio. Ha dovuto cedere il posto a Roberto Gualtieri, esponente del PD, e accontentarsi di un seggio in consiglio comunale. Un ruolo che le permetterebbe di conciliare tempi di vita e di lavoro. Fonti vicine alla Raggi hanno rivelato che l’ex sindaca vuole recuperare il tempo perso con suo figlio Matteo. Quanto durerà questo ritiro dalla scena pubblica? Per ora la Raggi si fa sentire solo ogni tanto sui social, dove lancia frecciatine acuminate al suo successore Gualtieri.

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