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Esterno Notte, la figlia di Aldo Moro contro la serie di Rai 1: ‘La storia va rispettata’

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Esterno Notte

La figlia primogenita di Aldo Moro, Maria Fida, affida a queste poche lucide parole la riflessione in merito alla serie televisiva di Marco Bellocchio ”Esterno Notte’: “O si decide che siamo personaggi storici, e allora si rispetta la storia, o si decide che siamo personaggi privati e allora ci si lascia in pace”. La prima puntata, del resto, andrà in onda proprio questa sera su Rai 1 (poi il 15 e il 17) , e il suo punto di vista non poteva non arrivare in un momento migliore.

”Esterno Notte”: questa sera su Rai1

La serie era stata già presentata anche a Cannes, qualche tempo fa. Il racconto è tutto incentrato sui 55 giorni della prigionia del grande statista italiano, sebbene narrato da diversi punti vista, tanti quanti sono le persone che hanno vissuto intensamente quel sequestro insieme allo stesso Aldo Moro, e dunque: il partito, il Papa e la famiglia. Nel cast si distinguono soprattutto Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro, Margherita Buy in quelli della moglie dello statista, e poi ancora un incredibile Toni Servillo (papa Paolo VI), Fausto Russo Alesi (Cossiga), Gabriel Montesi (Valerio Morucci) e Daniela Marra (Adriana Faranda).

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La figlia di Aldo Moro contro la serie televisiva

Ma, tornando alla riflessione di Maria Fida Moro, non si tratta delle prima volta che si pronuncia in pubblico contro la ”narrazione” televisiva, la quale, secondo il suo punto di vista, non riesce a rispettare la verità storica. “La settimana prima di Natale compirò 76 anni” spiega all’Agi, “e dopo aver avuto l’infanzia, la giovinezza e l’età adulta rovinate dal malefico caso Moro immaginavo, stupidamente, di poter sedere su una panchina al sole, prendere un tè con delle amiche, leggere un bel libro. Ma non è per niente così, avrò avuto sette anni quando un pericolo oscuro e un dolore mostruoso si sono insinuati nella mia vita e non se ne sono più andati” – così ha detto la figlia del presidente Dc.

Le parole di Maria Fida Moro

Poi, dopo un po’ di temporeggiamento, ha anche aggiunto: “Mio figlio e io viviamo, nascosti in bella vista, col citofono, campanello e telefono spenti”, ha spiegato ancora Maria Fida Moro, “ma ogni giorno un’ondata di tsunami ci raggiunge ugualmente. Non pretendo che gli altri – che non hanno provato – capiscano, ma a dispetto dell’esperienza seguito a sperarci” aggiunge citando suo figlio Luca, il nipote al quale Aldo Moro si rivolgeva nelle sue lettere scritte nel corso dei 55 giorni di prigionia. “È già vergognoso infischiarsene del dolore altrui ed è doppiamente vile usarlo per fare affari – conclude l’ex senatrice – Nel 1963 papà conclude così un discorso credo a Firenze: ‘Lasciamo dunque che i morti seppelliscano i morti, noi siamo diversi, noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato'”. L’Agi, poi, ha voluto interpellare la Rai e il regista Marco Bellocchio: da entrambe le parti non c’è stata la voglia di commentare o rispondere.

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