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Omicidio Torvaianica, ecco chi ha deciso la morte di Simone: scoperti mandante e complici del delitto di Shehaj Selavdi (VIDEO)

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Shehaj Selavdi - Il Corriere della Città

Dopo anni di indagini, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della DDA della locale Procura della Repubblica. Nel mirino Giuseppe Molisso, un pregiudicato di 40 anni gravemente indiziato di essere il mandante dell’omicidio di Shehaj Selavdi, cittadino albanese meglio conosciuto come Simone e suo cognato, Cianfrocca Guido, gravemente indiziato del reperimento dell’arma del delitto.

L’omicidio di ‘Simone’ a Torvaianica 

Era il 20 settembre del 2020 quando ‘Simone’, albanese di 38 anni, è stato ucciso a Torvaianica. L’uomo si trovava nei pressi del chiosco “Bora Bora”, sul lungomare Sirene: ed è qui, sul bagnasciuga affollato di bagnanti, che il killer, travisato da mascherina e con una bandana, ha esploso a breve distanza due colpi di pistola calibro 7,65 browning contro il suo ‘bersaglio’. Per ‘Simone’, non c’è stato nulla da fare: quella ferita al collo è stata fatale.  

Le indagini 

Dopo l’omicidio, sono partite subito le indagini. E il 17 dicembre del 2021, grazie agli accertamenti del Nucleo Investigativo Carabinieri di Frascati e della Squadra Mobile di Roma, sono stati individuati gli esecutori del delitto. E cioè, Enrico Bennato, fratello del noto pregiudicato romano Leandro, e l’argentino Calderon Raul Esteban, quest’ultimo già tratto in arresto poiché gravemente indiziato di essere l’esecutore anche dell’omicidio del capo ultras della Lazio Fabrizio Piscitelli, meglio conosciuto da tutti come “Diabolik”.

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Chi è stato il mandante 

Da una parte gli esecutori del delitto, dall’altra il mandante e l’odierno provvedimento cautelare. Le indagini, svolte dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma dietro il coordinamento della DDA della Procura della Repubblica capitolina, hanno sì fatto chiarezza sul quadro accusatorio nei confronti di tutti gli indagati con nuovi elementi investigativi, ma hanno anche consentito di far piena luce sulle fasi progettuali. Da qui, quindi, quei gravi indizi di reità a carico del pregiudicato romano Giuseppe Molisso, ritenuto il mandante dell’omicidio, e del cognato Guido Cianfrocca, che avrebbe reperito l’arma. Lo scooter utilizzato dal killer, invece, sarebbe stato fornito dal ricettatore D.L. 

Chi è Giuseppe Molisso 

Giuseppe Molisso non è certo un volto sconosciuto alle forze dell’ordine. L’uomo, infatti, era già detenuto perché tratto in arresto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma poiché gravemente indiziato di essere il mandante del duplice tentato omicidio in danno dei fratelli Costantino, avvenuto il 13 luglio del 2021 nel quartiere Alessandrino. Al pregiudicato di origini napoletane, all’epoca, era stato notificato il provvedimento restrittivo insieme a Raul Esteban Calderon, gravemente indiziato di essere l’esecutore anche di quell’agguato. 

Perché Simone è stato ucciso a Torvaianica

Le indagini hanno permesso di fare chiarezza e di ipotizzare che il movente dell’omicidio di Simone sia da ricondurre a un’azione di carattere vendicativo. Tutto, infatti, sarebbe partito da un agguato consumato il 14 novembre del 2021 nei confronti di Leandro Bennato, un uomo molto vicino a Giuseppe Molisso.

Le misure cautelari 

In ogni caso, l’autorità giudiziaria ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere per Molisso e Cianfrocca Guido, mentre il ricettore D.L, quello che ha fornito lo scooter rubato, ha l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. 

 

 

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