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Prostitute uccise a Roma, l’incubo del serial killer: chiamate al telefono prima di ucciderle, ecco chi erano

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Polizia scientifica a Roma

Sembrerebbe nascondersi un unico killer dietro le morti di tre donne, tutte prostitute, che ieri hanno perso la vita a Roma. Prima due cinesi, di circa 45 anni, trovate morte in un appartamento di via Augusto Riboty, poi due ore dopo la colombiana Marta Castano, 65enne, che viveva con la sorella in via Durazzo, al civico 38. Tre donne morte. A poca distanza l’una dall’altra, sia nel tempo che nello spazio. E l’ipotesi che i tre omicidi siano collegati non è certo da escludere: chi e perché le ha uccise? Le tre sono state colpite dalla stessa mano?

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L’omicidio in via Augusto Riboty 

A trovare senza vita ieri mattina, intorno alle 10.50, le due donne cinesi, che si prostituivano in quell’appartamento di via Augusto Riboty, è stato il portiere dello stabile. Una delle due era nuda sulle scale, forse stava scappando da qualcuno, l’altra era in casa, nuda e piena di lividi. Anche loro, proprio come Marta Castano trovata senza vita due ore dopo, a circa 600 metri di distanza da quell’abitazione, erano delle prostitute. E tutte e tre sono state uccise ieri. 

“Le due donne cinesi sono state uccise tra le 10.30 e le 11. Lo so per certo perché sto traslocando e mi hanno portato la cucina. Ho salito le scale a piedi fino al nono piano, a quell’ora era tutto tranquillo” – ha spiegato un avvocato che vive lì. E ora supertestimone. Proprio come il portiere, lui che per primo ha dato l’allarme e ha trovato il corpo insanguinato di una delle due donne sulle scale. Forse lei stava scappando, stava cercando aiuto. Nell’appartamento, invece, la Polizia ha scardinato la porta e ha trovato il secondo cadavere, quello dell’amica e coinquilina. 

Il delitto in via Durazzo 

Alle 12.50, invece, Marta Castano, 65enne colombiana, è stata trovata senza vita nel suo appartamento in via Durazzo 38, lì dove viveva e lavorava con la sorella, che ha fatto la tragica scoperta. A pochi passi da Piazzale Clodio e a pochi metri dall’abitazione delle due donne cinesi. Anche Marta era nuda, accoltellata e un fendente era stato sferrato alla gola. “Si prostituiva per campare sua figlia che ha 18 anni – ha raccontato al quotidiano La Repubblica un’inquilina – era tranquillissima, la incontravo quando andavo a fare la spesa” – spiega un’altra persona. Eppure, secondo i condomini qualcosa di strano c’era: dal giro di affitti ai citofoni danneggiati. 

Al vaglio i telefoni delle vittime 

I cellulari delle tre donne ora sono stati sequestrati ed è partita la caccia al killer. Chi indaga pensa che l’assassino abbia prima chiamato Marta, uccisa tra le 8 e le 12.50 di ieri, poi abbia sentito al telefono una delle due donne cinesi, trovate senza vita in via Augusto Riboty. A uccidere le tre prostitute è stata la stessa persona? Le somiglianze nei tre casi ci sono: le tre donne facevano lo stesso mestiere, tutte sono state trovate nude e colpite con un fendente alla gola. Le indagini continuano e fondamentali saranno anche le telecamere di zona e quelle di casa di Marta, lì nel sottoscala dove viveva. E lì dove, tra quelle immagini, potrebbe comparire il volto del serial killer. Che, almeno per ora, è libero e non ha un volto e un nome. Quello che pare certo è che le tre donne dovevano essere in qualche modo zittite, dalla modalità degli omicidi: loro si conoscevano? Sapevano qualcosa che non potevano dire? Domande alle quali bisognerà dare una risposta per fare chiarezza sui tre omicidi, che hanno sconvolto il quartiere Prati. 

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