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Roma. Violenta le nipotine per anni, zio orco condannato a 14 anni di carcere

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Il Pm aveva chiesto per lui 10 anni di carcere, ma il giudice – dopo aver ascoltato quello che lui, un omone alto 1,90 mt per 100 chili di peso, a due bambine da quando avevano appena 6 anni – ha deciso di aumentare la pena a 14 anni. Si è concluso con una condanna molto più dura di quanto ci si aspettava il processo di primo grado nei confronti dello zio pedofilo che per 7 lunghi anni ha violentato le sue nipotine, figlie della sorella.

La mamma, ignara di quanto succedeva, affidava le sue figlie – che adesso hanno 10 e 14 anni – alla nonna, che avrebbe dovuto vegliare su di loro mentre i genitori erano al lavoro. Ma a casa della nonna delle bambine viveva anche lo zio, di 50 anni, che prendeva il posto della donna nel “prendersi cura” delle piccole, con la scusa di aiutarle a fare i compiti.

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Le violenze

Lo zio si chiudeva in camera con le bambine e le costringeva a vedere film porno, perché “così imparavano quello che avrebbero dovuto fare”. E quello che dovevano fare era innanzi tutto sesso orale con lo zio, costringendole a non rivelare a nessuno quello che succedeva in quella stanza. Per spaventarle, faceva vedere loro di essere in possesso di coltelli e pistole scacciacani. Ma a loro bastava guardarlo in faccia, grande e grosso com’era. C’erano poi le punizioni. Faceva fare i compiti alle bambine e, al minimo errore, dovevano toccargli il pene

Le bambine erano terrorizzate, ma non riuscivano a parlarne con i genitori. E la nonna sembrava non accorgersi di nulla. Neanche quando entrava nella stanza e trovava una delle bambine con i pantaloni abbassati e lo zio con le sue mani addosso, sulla pancia. Anzi, si volta e se ne va, come niente fosse. 

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La salvezza

La fine dell’incubo arriva quando la più grande delle due bambine, che chiameremo Anna, dopo ben 7 anni di violenze, nel maggio del 2022 non ce la fa più e racconta qualcosa alla mamma. Poco, solo che lo zio la tocca. Non ce la fa dire di più, si vergogna. E ha paura di quello che può succedere ai genitori se dovesse raccontare tutto. La madre, sconvolta, ne parla con l’avvocato Vittoria Santoro, del Foro di Roma. Ed è proprio con l’avvocato, che riesce a conquistare la fiducia della piccola, che Anna si confida, rivelando tutto dell’incubo che stanno vivendo lei e la sorella. 

“Mi mette le mani dentro la vagina per allargarla. Vuole sposarmi e avere un figlio da me”, le racconta. L’avvocato rabbrividisce ascoltando le parole della bambina. I dettagli sono raccapriccianti. Le molestie e le violenze sessuali riguardano entrambe le sorelline. Anna vuole che lo zio smetta per proteggere la sorella, oltre che lei stessa. E la sorella minore, quando verrà ascoltata in audizione protetta, confermerà tutto. 

La condanna

L’avvocato avvisa la famiglia, che immediatamente denuncia il fatto ai carabinieri. Parte un’indagine che dura tre mesi, al termine dei quali lo zio viene arrestato. L’uomo, per tentare di “ammorbidire” la sua posizione, prova a sostenere di averlo fatto perché “posseduto da Satana”. Ma viene arrestato lo stesso. E parte l’iter processuale che in questi giorni ha portato alla condanna. Ad aprile è stata resa nota la conclusione della perizia psichiatrica effettuata sull’uomo, risultato essere capace di intendere e volere. Il perito incaricato dal Tribunale, infatti, ha stabilito che “nei diversi momenti dei fatti commessi non versava in stato di mente tale da escludere o scemare grandemente la capacità di intendere o volere”.

Il Pubblico Ministero aveva chiesto per il 50enne 10 anni di carcere. Ma il giudice, vedendo che l’uomo durante l’udienza ha sostenuto di non ricordare nulla – ma al contrario ha implorato uno sconto di pena – e non ha chiesto scusa alla sorella per il male inflitto alle due bambine, ha deciso di aumentare la condanna a 14 anni di carcere. Ovviamente il 50enne potrà fare ricorso in appello. Intanto da parte della famiglia delle bambine e dell’avvocato Vittoria Santoro c’è la soddisfazione di veder riconosciuta la piena colpevolezza di chi ha distrutto l’infanzia di due piccole vittime.

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