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Covid, quali sono i sintomi delle varianti Cerberus e Gryphon: cosa cambia da Omicron 5

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Per quanto si cerchi di tornare alla normalità, il Covid continua a farla da padrone e anche un semplice raffreddore ormai preoccupa. L’idea è sempre che possa trattarsi di questo ‘maledetto’ virus. Anche perché le varianti ormai sono diverse, ora c’è anche il Cerberus e il Gryphon che, pare abbiano la capacità di bypassare i vaccini. Per dirimere ogni dubbio è conveniente, secondo gli esperti, fare un tampone prima che si manifestino sintomi più seri.

Cerberus e Griphon preoccupano gli esperti

Dopo Omicron 5 sono arrivate Cerberus e Griphon a diffondere preoccupazione tra la gente. In particolare, dati alla mano, sembra sia Cerberus ad avanzare inesorabile. Ma anche Gryphon, ha raggiunto il 3,3%. Sono sottovarianti che secondo l’iss vanno tenute sotto controllo perché “a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a una potenziale evasione della risposta immunitaria”. A preoccupare anche l’Organizzazione mondiale della Sanità è soprattutto Gryphon che viene considerata “la più immunoevasiva mai vista”.

Quali sono i sintomi ai quali prestare attenzione

Per capire se effettivamente ci si trova di fronte a una di queste sottovarianti occorre prestare attenzione ai sintomi. Quali sono quelli rilevanti? A dare informazioni in merito è il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi, Fabrizio Pregliasco che chiarisce a Repubblica: “Stiamo cominciando a conoscere meglio Cerberus. È confermato che tende a manifestarsi soprattutto nelle alte vie respiratorie, causando sintomi simili a quelli dell’influenza, come raffreddore, tosse stizzosa e mal di gola. Fermo restando che è da capire quanto ciò sia ‘demerito’ di un virus meno patogeno e quanto merito dell’immunità che si è creata nella popolazione”.

Quali sono le caratteristiche di Cerberus

Cerberus presenta delle caratteristiche particolari e ancora una volta è Pregliasco a chiarire: “Purtroppo le varianti più recenti si stanno dimostrando ’immune escape’: una capacità collegata anche alla maggior trasmissibilità. Questo significa che attaccano più facilmente. Per cui anche una febbre non elevata, sotto i 38 gradi, deve indurre alla cautela. Meglio, in questo caso, sottoporsi a tampone, perchè è molto probabile che si tratti di Covid”.

Per meglio chiarire quali sono i sintomi l’esperto spiega: “Sicuramente anche le nuove varianti non provocano un raffreddore, anche se spesso vediamo nei pazienti naso che cola – conclude –. A differenza del passato, ora non causano quasi più perdita del gusto e dell’olfatto, vertigini e mal d’orecchio. In sostanza, attaccano più le prime vie respiratorie. Per questo possono essere confuse con altre forme virali e indurre a soprassedere. Cosa sbagliata perchè l’infezione Covid va diagnosticata”.

In questa situazione dove le varianti sembrano ormai essere quelle predominanti il responsabile dell’Unità di ricerca epidemiologica molecolare dell’università campus Bio – medico di Roma, Massimo Ciccozzi  dichiara: “Sono ottimista perché Covid si sta adattando sempre più a noi, come vediamo dallo sciame di sottovarianti di Omicron. Anche Cerberus, come abbiamo evidenziato in uno studio, è meno contagiosa di Omicron 5, che è considerata la più contagiosa della storia. Non possiamo, però, prevedere se arriverà una variante che ci spiazzerà e diventerà peggiore di Omicron: ecco perché dobbiamo essere pronti”.

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