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Chiusura Piper, arriva la replica del locale: ”Noi vittime di norme fatte in epoca fascista”

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Piper, chiuso a Roma per 4 giorni

Roma. Lo storico locale Piper della Capitale nei giorni scorsi ha subito una chiusura coatta da parte dei Carabinieri della Stazione Parioli per quattro giorno. Il motivo? Episodi di violenza e inciviltà provocati da terzi all’interno o nelle adiacenze dell’ingresso del club. 

Il comunicato del Piper di Roma: ”Noi vittime di un sistema di norme fasciste”

Ora, dopo il grande baccano mediatico, arriva anche la comunicazione da parte del locale stesso, deciso a difendersi da tutto il via vai di informazioni che continuano a fluire in queste ore. Il locale si definisce ”Vittima di un sistema di norme antiquato, risalente al 1936, fatte in pieno regime fascista, che non sono più attuali e non risolvono i problemi di ordine e sicurezza pubblica, principi ai quali il legislatore del tempo si era ispirato”.

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I fatti di mercoledì 18 maggio

Questo è l’esordio, ma anche la sintesi del comunicato, con il quale il Piper commenta i fatti accaduti mercoledì 18 maggio in via Tagliamento, “dove i carabinieri della stazione Roma Parioli hanno notificato un’ordinanza di chiusura emessa dal Questore di Roma, per 4 giorni a seguito di alcuni episodi di violenza e inciviltà provocati da terzi all’interno o nelle adiacenze dell’ingresso del club, sito nel quartiere Coppedè, dal dicembre 2021″.

Contro i media e i giornalisti

Ma la difesa del Piper non si slancia solamente contro le ordinanze e il ”sistema”, anche i media sono nel mirino del lunghissimo comunicato emanato nelle ultime ore: ”Il Piper, è vittima in questo momento di un attacco mediatico da parte di alcuni giornalisti perché sfruttano la notorietà del club per fare click inserendo notizie spesso false e tendenziose”.

Poi, continua la nota: ”Usando un termine calcistico, difendere la porta del Piper, è un caso impossibile con le attuali leggi in vigore dal 1936. Le regole cardine stabilite delle norme, sono che in un locale aperto al pubblico non è possibile fare selezione all’ingresso. Questo principio comporta che il gestore del locale non è in grado di selezionare la propria clientela e di conseguenza se persone con brutte intenzioni si avvicinano al locale e vogliono entrare non abbiamo gli strumenti legali per respingerli”.

”Cornuti e Mazziati” con la chiusura

Un problema di sistema, ma anche di operatività, lo storico locale di Roma sottolinea, insomma, le difficoltà a far valere delle norme a tutela della stessa discoteca e dei clienti al suo interno: “Il secondo problema che abbiamo, è che le stesse norme di pubblica sicurezza non permettono agli addetti al controllo delle agenzie, con le quali collaboriamo, di intervenire per sedare il comportamento scorretto degli avventori maleducati”.

”Infatti le norme prevedono che solo la polizia possa intervenire per mettere fine ad una eventuale diatriba tra avventori. Terzo aspetto, le norme impongono al gestore di chiamare le forze dell’ordine che a quel punto intervengo, ma generalmente a fatti già conclusi, ovvero quando il danno è stato già fatto. E per questo motivo le autorità di pubblica sicurezza sanzionano il locale con l’ordinanza di chiusura: come si suol dire “Cornuti e Mazziati”!

L’aggressione al giornalista nel Piper

Sempre nella giornata di mercoledì scorso, di pomeriggio, un giornalista è stato dapprima minacciato, e poi successivamente aggredito all’interno del Piper da un barista, dopo aver provato a rivolgergli qualche domanda. Dopo l’aggressione, il barista ha preso il suo taccuino e lo ha strappato, come riporta Repubblica. 

La stessa testata sottolinea come spesso i giornalisti che hanno parlato dell’accaduto siano stati anche vittime di aggressioni e minacce via social, del tipo “Attento a quello che scrivi che te venimo a cerca”. Una situazione, certo, di forte tensione che non si risolverà certo con la violenza. 

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