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Trattamento integrativo e bonus di 100 euro in busta paga: a chi spetta

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In vigore fino al 2020 come ‘Bonus Renzi’, il trattamento integrativo sui redditi da lavoro dipendente e assimilati è una somma riconosciuta con cadenza annuale ai lavoratori dipendenti. Inoltre, dal primo luglio 2020 il bonus Irpef — destinato sempre ai lavoratori dipendenti — può arrivare ad un massimo di 120 euro al mese, fino alla somma complessiva di 1.200 euro annui, in relazione alla fascia di reddito del beneficiario. 

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Chi può beneficiare del trattamento integrativo 

A chi spetta, chi può beneficiare del trattamento integrativo? A differenza dell’ex Bonus Renzi, il trattamento integrativo è esteso a diverse categorie di cittadini, quali ad esempio i lavoratori atipici e i disoccupati; è inoltre possibile richiedere il trattamento integrativo in Naspi e in cassa integrazione ma anche durante stage e percezione di borse di studio/lavoro. In particolare, le categorie che hanno diritto al bonus sono le seguenti: i soci lavoratori delle cooperative, i lavoratori con contratto di co.co.co, i borsisti, gli stagisti, i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, i lavoratori in cassa integrazione e i percettori di indennità mensile di disoccupazione Naspi. 

La misura 

La misura viene erogata sia dall’Inps oppure anticipata direttamente dal datore di lavoro in busta paga. Ancora, il lavoratore può anche recuperare la cifra nella compilazione dei redditi, chiedendo parte del rimborso all’Agenzia delle Entrate. Prorogata fino al 2023, questa misura per i lavoratori con reddito fino a 15mila euro annui dà diritto all’erogazione dell’intero trattamento integrativo, che è pari a 1.200 euro l’anno. La cifra viene riconosciuta attraverso quote giornaliere. Infine, è bene ricordare che per ottenere il valore del trattamento integrativo che si andrà a percepire è necessario effettuare un calcolo sulla base della previsione del reddito; vale a dire simulando il reddito annuale del lavoratore. 

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