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Omicidio Luca Sacchi, gli imputati soffrono di claustrofobia: processo rinviato. Il padre: ‘Nella Smart non ne soffrivano’

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Doveva essere la prima udienza del processo d’appello per l’omicidio di Luca Sacchi avvenuto il 23 ottobre del 2019, ma gli imputati soffrono di claustrofobia e il collegio giudicante è costretto ad accordare un rinvio alla difesa. Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, condannati dalla Corte d’Assise di Roma  a 27 e 25 anni di reclusione si sono rifiutati di salire a bordo della camionetta della Polizia penitenziaria per raggiungere il tribunale, perché entrambi soffrirebbero di claustrofobia.

L’omicidio di Luca Sacchi

I fatti per i quali i due imputati sono a processo risalgono a 4 anni fa. Quando Luca si trovava insieme alla sua ragazza Anastasiya fuori a un pub nel quartiere Appio Latino a Roma. Pirino avrebbe colpito la giovane con una mazza da baseball e Luca avrebbe cercato di difenderla senza rendersi conto che alle spalle arrivava Del Grosso armato di pistola che avrebbe esploso il colpo mortale contro il ragazzo raggiungendolo alla testa e uccidendolo sul colpo.

Il rinvio perché gli imputati soffrono di claustrofobia

Dopo le condanne in primo grado per l‘omicidio è arrivato il processo in Corte d’Assise d’Appello che ha subito un brusco rinvio perché sia Pirinto che Del Grosso hanno tanta paura degli spazzi chiusi da non essere riusciti a salire a bordo della camionetta della Polizia penitenziaria. Una scusante che proprio non è scesa giù al padre della vittima che ha sottolineato: “Si parla di cavilli e non posso non pensare che quando hanno ucciso mio figlio erano in una Smart che è molto più piccola di una camionetta per il trasporto dei detenuti. Ora soffrono di claustrofobia, ma come mai all’epoca viaggiavano in due in una Smart?”. Un risentimento condiviso anche dalla mamma di Luca che, dal canto suo, ha sottolineato: “Io soffro di attacchi di panico da quando è morto mio figlio, soffro di tachicardia eppure sono qui, perché sono la mamma. Basta allungare sempre questa tortura”.

Ma il collegio giudicante di fronte alla situazione non ha potuto fare altro che accordare un rinvio, l’udienza infatti è stata rinviata al prossimo 23 febbraio.

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