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Terrore in due garage di Roma, minacciano i custodi con la pistola e portano via due auto

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Truffa del rolex a Roma

Hanno messo a segno due colpi in altrettante autorimesse, uno a Centocelle, l’altro al Casilino, per portare via auto di grossa cilindrata, ma soprattutto del valore di migliaia e migliaia di euro. Due i rapinatori, due le rapine messe a segno in una manciata di minuti una dall’altra, nelle prime ore di mercoledì mattina.

I colpi messi a segno nelle prime ore della mattina

Erano le 6 e 10 quando sono arrivati in via Casilina, al civico 347, con il viso coperto da passamontagna hanno minacciato i custodi con la pistola, si sono fatti consegnare le chiavi dell’auto scelta e sono scappati a grande velocità. In un caso si sono impossessati di Volkswagen T -Cross, nell’altro di una Tiguan della medesima marca, per un bottino complessivo da 60mila euro.

In un caso, si è trattato di un ‘lavoro’ pulito, i due sono entrati e sotto la minaccia dell’arma da fuoco si sono fatti consegnare le chiavi della macchina prescelta e sono scappati velocemente. In un altro, invece, le cose sono andate diversamente. Il custode del garage è stato colto di sorpresa, ha tentennato, non è stato abbastanza pronto, e questo gli è costata un’aggressione. È stato preso a botte prima di consegnare ai malviventi le chiavi della Volkswagen.

Le indagini della Polizia e le descrizioni delle vittime

L’allarme ha fatto accorrere la Polizia, insieme ai colleghi della Scientifica che hanno cercato di acquisire impronte, rilevi utili a risalire ai rapinatori, soprattutto sulla macchina a bordo della quale sono arrivati, una vettura risultata rubata. Il custode, vittima dell’aggressione, ha necessitato delle cure dei sanitari dell’ospedale. Ma le vittime dell’aggressione hanno reso una descrizione dei due rapinatori: due uomini di circa 50 anni, romani, uno basso tarchiato, l’altro più alto magro. Testimonianze fondamentali per le ricerche che forse saranno supportate anche dai video delle telecamere di sorveglianza. Per il momento, però, come si sul dire, bocche cucite, da parte degli investigatori che portano avanti le indagini a ritmo serrato.

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