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Roma, ora si rubano anche gli alberi: sradicati dal marciapiede durante la notte

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Roma. Nella Capitale non si disprezza nulla, e tutto può essere oggetto di furto: automobili, cerchioni, fontanelle, tombini di ghisa, reliquie di santi, frammenti di strutture architettoniche, portafogli etc. Di tutto, tranne la vegetazione. Almeno fino a qualche tempo fa.

Furto di alberi in zona Balduina

L’ultima novità nel mercato dei furti riguarda gli alberi. Di quelli che normalmente vengono piantanti sul marciapiede per allietare le passeggiate di turisti e borghesi, e che alle volte, soprattutto d’estate, sono indispensabili per potersi prendere una pausa dal caldo. 

Ebbene, proprio questi esemplari, meglio noti come “prunus”, tipo di albero da frutto dalle foglie rossastre, sono stati oggetto di una rapina negli ultimi tempi. Precisamente all’angolo tra via Balduina e viale Ambrosio, un architetto del quartiere di nome Riccardo aveva deciso di piantare questi alberi, evidentemente animato da un certo amore per il decoro urbano. E questa è già di per sé la prima anomalia del caso.

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Sradicati dal marciapiede

Di fatto, normalmente, dovrebbe essere il Comune ad occuparsi di decoro urbano, non un cittadino. Tra le altre cose, a voler essere pignoli, il soggetto avrebbe speso migliaia di euro negli ultimi anni per una qualcosa che per di più risulta anche illegale. Ma, come ha spiegato l’architetto stesso alle pagine di Repubblica: «sui marciapiedi lo spazio per gli alberi è previsto, ma nessuno ha mai provveduto a piantarli, il servizio Giardini qua non si vede mai».

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Ma andiamo oltre. Qualche settimana fa sono spariti i tutori che l’architetto aveva collocato intorno al fusto delle piante per proteggerle e aiutarle a crescere. Poi, successivamente, hanno cominciato a sparire gli alberi stessi. A quanto pare, qualche individuo si è fatto carico, con una certa devozione c’è da dire, di sradicare un albero al giorno e di trascinarlo in giro per diversi metri prima di farlo sparire. 

Un puro atto di vandalismo

Il responsabile non si conosce. All’inizio si pensava fosse un dispetto fatto nei confronti dell’iniziativa o un furto con lo scopo di guadagnarci qualcosa, finché però non è stata ritrovata tutta la refurtiva: a 600 metri dal luogo del delitto, accanto a un cassonetto dell’immondizia. Non si è, dunque, trattata di un’azione a scopo di lucro, ma puro e semplice vandalismo. 

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