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Nando Tagliacozzo, chi è il sopravvissuto al rastrellamento: età e biografia, la sua storia

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La storia di Nando tagliacozzo, sopravvissuto al rastrellamento nazi-fascista

Nando Tagliacozzo è uno dei pochi sopravvissuti ai rastrellamenti avvenuti nel periodo nazi-fascista in Italia. Oggi, 27 gennaio, è la giornata della memoria e Nando ci aiuta a non dimenticare cosa è successo. Ripercorrerà la sua tragica storia raccontandola agli schemi di Rai 1, nello studio di “Oggi è un altro giorno” con Serena Bertone. Ecco cosa accadde quel giorno.

Chi è Nando Tagliacozzo: età e biografia

Nando Tagliacozzo oggi è un anziano signore di 85 anni e ha deciso di dedicare la sua vita a raccontare la tragedia che ha vissuto, affinché possiamo tutti ricordare quali furono gli orrori durante il periodo del nazi-fascismo in Italia e in buona parte d’Europa. Nasce proprio nel 1938, l’anno in cui in Italia, Mussolini accetta e promulga le leggi razziali. L’ormai anziano signore è uno dei pochissimi scampati al rastrellamento del Ghetto ebraico di Roma nell’ottobre del 1943. Tutti i suoi familiari sono stati deportati e sono morti nei lager. Come ha fatto a salvarsi? Ha raccontato: “Io quel giorno non lo dimenticherò mai. Era la mattina del 16 ottobre 1943. Ho un ricordo confuso, avevo solo 5 anni”. Le guardie hanno fatto irruzione nelle case del ghetto, vicino il Circo Massimo nel centro della Capitale e hanno preso subito sua sorella Ada e la nonna Eleonora, che lui non ha mai più visto perché sono state deportare ad Aushwitz e morte tra atroci sofferenze. Lui e i genitori, invece, si nascondono in un rifugio sotterraneo di un convento. Verso la fine della guerra, un traditore li segnalerà e il padre sarà deportato.

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Chi è sopravvissuto al rastrellamento?

Sono pochissime le persone sopravvissute ai tragici rastrellamenti avvenuti a Roma. Quando pensiamo a quel periodo, solitamente additiamo la Germania, invece dovremmo ricordarci che queste cose sono avvenute anche in casa nostra, sotto i nostri occhi. Per questo Nando ha deciso di dedicare la vita a girare nelle varie scuole d’Italia e raccontare che gli orrori nazi-fascisti non sono stati lontano da noi. Ha scritto un libro “Dalle leggi razziali alla Shoah 1938-1945″ in cui scrive: “Siamo a marzo del ’46. E’ quasi un anno che la guerra è finita; a Roma sono quasi due. E di quelli portati via non c’è ancora notizia. Sono vivi, sono morti?”  “Quella gente sul treno sparisce. Ada non è morta, è sparita. Si è saputo in seguito quello che le è capitato. Allora non si sapeva nulla”.

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La storia di Nando

La storia di Nando è stata elaborata anche in forma di fumetto, il titolo è “Un sampietrino Dorato“, scritto e disegnato dal giovane artista Luca Esposito. La figlia di Nando si chiama Lia ed è una giornalista, anche lei dedica la vita ad informare le persone su quello che accade ed è accaduto nel mondo. Nando sostiene che sia necessario conoscere la storia e durante i suoi incontri cita spesso il grandioso Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.

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